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Elisabetta ha messo al mondo suo figlio Giovanni !
Myriam, che ormai è presso di lei da circa tre mesi, deve ritornare da suo promesso sposo Giuseppe. Ascoltando bene il racconto dell’annunciazione e facendo bene i calcoli, Myriam torna a Nazareth che è quasi al quarto mese di gravidanza. Sarà difficile che le donne curiose non se ne accorgano, che le lingue cattive tacciano, che gli uomini non parlino male a Giuseppe della sua promessa sposa. Sarebbe interessante poter scoprire l’atteggiamento interiore di Myriam. Possiamo solo lasciar parlare la nostra fantasia, conoscendo la Madre di Dio e la sua fede, possiamo pensare che si sia abbandonata nelle mani di Dio. Era consapevole dei rischi che correva. Sì, dei rischi seri. Non solo di essere sulle lingue cattive di Nazareth, non solo di ferire l’amato Giuseppe, ma di essere lapidata secondo la legge religiosa ebraica perché giudicata colpevole di adulterio. Essendo la sposa promessa era ufficialmente, sempre secondo l’usanza ebraica, impegnata nel matrimonio.
Giuseppe aveva il diritto e anche il dovere di dichiarare pubblicamente che il bambino, che Myriam portava nel grembo, non era suo. Sappiamo che Giuseppe non lo ha fatto, ha preferito la giustizia di Dio a quella degli uomini. Giuseppe è confuso e combattuto dentro di sé e non c’è da meravigliarsi, ma ha un’idea chiara - Myriam non deve essere accusata di non essergli stata fedele e di conseguenza essere lapidata. Giuseppe salvando la vita di Myriam salva anche la vita del Figlio di Dio, che ancora prima di nascere rischia di morire nel grembo immacolato della sua coraggiosa madre.
continua

Giornalino Parrocchiale
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