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Myriam avendo saputo dall’Arcangelo Gabriele della grazia che Dio ha fatto a sua cugina Elisabetta, si mette in cammino. Perché intraprende questo cammino? Sicuramente per aiutare la sua, non più giovane, cugina. Insieme a lei potrà anche prepararsi alla nascita di suo Figlio. Sicuramente lo fa anche per questo. Però, potrebbe esserci ancora un altro motivo per andare da Elisabetta: Myriam va a vedere il segno di cui le ha parlato l’Angelo: “Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio” (Lc 1, 36-37).

Qualcuno potrebbe dire: allora se ha creduto veramente perché ci va? La risposta è semplice, Myriam si mette in cammino proprio perché ha creduto, e si metterà al servizio di sua cugina. Se un segno Le è stato annunciato dal cielo, la devozione le suggerisce di andare a vedere. Non ha bisogno di credere nel segno, ha bisogno di contemplarlo. Non dobbiamo minimamente dubitare della fede di Myriam. Appena le due cugine si incontreranno, lo Spirito Santo le confesserà attraverso la bocca di Elisabetta: “E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore” (Lc 1, 45).
Si mette in viaggio ed è come una teca, un contenitore dorato che contiene il Santissimo. Dove si muove, con Lei si muove Dio, dove va lei porta Dio. La creatura porta il Creatore. È abitata da Dio, dimora dell’Altissimo. Se ci pensiamo bene, non è in Myriam, così pura e bella che si trova il posto dove Dio sta più volentieri sulla terra? Lei porta in sé il Paradiso sulla terra.

Mi sono chiesto tante volte: perché Myriam ha così tanta fretta da non trovare il tempo per raccontare a Giuseppe ciò che è avvenuto, della grazia che Dio le ha fatto?
continua

Giornalino Parrocchiale
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